Tsipras batte cassa I debiti della Germania e quelli del fascismo Il 9 aprile, al Fondo monetario internazionale si batte cassa. Per lo meno il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, per ora ha rassicurato Cristine Lagarde sulle buone intenzioni di Atene di saldare i debiti. Eppure proprio in questi giorni sul “Financial Times” si leggeva che solo una decisione di Tsipras di “scaricare” l’ultra sinistra del suo partito potrebbe rendere un accordo sul salvataggio possibile. Se Tsipras formasse una nuova coalizione di governo con il Pasok e il nuovo partito di centro sinistra To Potami, allora sarebbero convincenti i suoi propositi europeisti, altrimenti chi ci crede? Si continuerà con promesse e smentite, lusinghe e minacce, come è accaduto finora. La piattaforma della sinistra esclude di intraprendere piano di salvataggio, che per essere approntato davvero avrebbe bisogno dell’ approccio più pragmatico, delle forze di centrosinistra in parlamento. Per il momento le misure prese da Atene vanno “nella direzione sbagliata”, non sembrano mirate e soprattutto non concedono sviluppi alla richieste della Commissione. Altro che riforme, tanto è vero che l’unica vera mossa di Tsipras sembra restare quella delle riparazioni di guerra della Germania nazista. È la Merkel che deve risarcire 279 miliardi di euro per l’occupazione della Grecia avvenuta durante la Seconda guerra mondiale. Siamo arrivati a calcolare esattamente il debito dei danni compiuti dal 1941 al 1945. Da qui si teme l’ultima mossa di Varoufakis, per cui i Greci sono pronti a rimettere i loro debiti, purché lo stesso facciano i loro debitori. Peccato che la Germania sia convinta di aver risolto la questione negli anni ‘60 del secolo scorso, e nemmeno comprende con che faccia si pensi di riproporla. Anche perché risollevando il coperchio sull’Europa invischiata nella tragedia di quegli anni, ecco che tutti gli assetti andrebbero rivisti. Ad esempio forse che gli alleati dei tedeschi non debbano assumersi almeno una parte di responsabilità? Bulgaria, Romania, Ungheria e Finlandia potrebbero essere chiamati come correi. La Spagna per aver voltato gli occhi dall’altra parte. La Francia per aver collaborato con il governo di Vichi, e ovviamente l’Italia di Mussolini che avendo ispirato direttamente Hitler è la madre di tutti i disastri susseguenti. Roma, 8 Aprile 2015 |